Cos’è orientamento e mobilità?

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Fonte: aniomap.it

  La mobilità è la capacità, abilità e disposizione a muoversi autonomamente in ambienti familiari e sconosciuti con la massima sicurezza, il minimo sforzo e il massimo rendimento. Parte integrante della mobilità sicura è l’orientamento, quel processo percettivo-cognitivo, mediante il quale il soggetto si mette in relazione con gli oggetti e soggetti del mondo circostante. La mobilità e l’orientamento non sono innati, bensì frutto di esperienze e di un lungo processo educativo.
Non si tratta di doti particolari: muoversi nella propria casa, andare al lavoro, a scuola, al bar, fare compere, sbrigare commissioni per uffici, raggiungere luoghi di interesse e di ritrovo, attraversare strade, passeggiare, usare mezzi pubblici, viaggiare ed incontrare amici, sono solamente alcune tra le innumerevoli azioni che fanno parte della nostra quotidianità.

Ragazzo cieco che cammina col bastone bianco

  Benché il minorato della vista abbia lo stesso diritto-dovere del vedente di provvedere in prima persona a se stesso e a muoversi autonomamente, non sempre si trova nella possibilità di esercitare questo diritto e di far valere le proprie abilità.
La cecità e l’ipovisione possono pregiudicare la mobilità e la capacità di orientamento spaziale perché la specificità di tale minorazione comporta nella compromissione delle strutture e funzioni che permettono di rilevare informazioni a lunga distanza e conseguentemente di mettere in atto comportamenti anticipatori.
Per una deambulazione sicura è necessario ricorrere ad ausili per la mobilità (accompagnatore, bastone lungo, cane guida, ausili ottici), ma la minorazione oltre ad una dimensione specificatamente fisica ha una valenza fortemente psico-emotiva sia sul soggetto che ne è affetto sia su quelli che lo circondano.
Modelli educativi passivanti ed un immaginario collettivo che evoca ancestrali paure incidono su tutta la sua vita personale, sociale e professionale, causando, nella maggior parte dei casi, una totale dipendenza dagli altri.
Per compensare questi modelli educativi e per incidere sul tessuto socio-familiare ed educativo spesso sono necessari interventi specifici di operatori qualificati.

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